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S cienze U mane e F ilosofia - Index of /

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Nguyễn Gia Hào

Academic year: 2023

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S cienze U mane e F ilosofia

Ivan Valbusa

La classe suftesi

Per tesi di laurea e di dottorato delle facoltà umanistiche . . . e molto altro

Versione 0 . 5 , 2011 / 07 / 25

(2)

Copyright c2011Ivan Valbusa Tutti i diritti sono riservati.

Colophon

Questo lavoro è stato realizzato con LATEX su Mac OS X usando la classesuftesi di Ivan Valbusa. Il font con grazie è il Palatino di Hermann Zapf. Il font lineare è l’Iwona di Janusz M. Nowacki e quello a larghezza fissa è il Bera Mono, originariamente sviluppato da Bistream, Inc. come Bitstream Vera. Per il greco si sono usati i font Artemisia e Porson della Greek Font Society e il font CB Greek di Claudio Beccari.

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Indice

Ringraziamenti 5

Introduzione 7

Nota sul copyright 7

Installazione 7

Pacchetti caricati dalla classe 8

Avvertenza per i neofiti 8

1 Caratteristiche della classe 9

1.1 Layout 9

1.2 Font 10

1.2.1 Alfabeto greco 10

1.3 Elementi del testo 11

1.3.1 Note a piè di pagina 11

1.3.2 Note a margine 11

1.3.3 Epigrafi 11

1.4 Sezionamento 12

1.5 Testatine 13

1.6 Titoli 13

1.7 Frontespizio 13

1.8 Bibliografia e sigle 14

1.8.1 Bibliografia 14

1.8.2 Sigle 15

2 Opzioni e comandi 17

2.1 Opzioni 17

2.2 Comandi 19

Penitenziagite! 21

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Ringraziamenti

La classesuftesinasce in occasione del corsoIntroduzione a LATEX per le scienze umaneche ho tenuto per la Scuola di Dottorato in Scienze Uma- ne e Filosofia (da cui il nome della classe) dell’Università di Verona nei giorni1,3,9e10giugno2010.1

Colgo l’occasione per ringraziare la professoressa Paola Di Nicola, Direttrice della Scuola di Dottorato, che mi ha dato la possibilità di tenere il corso su LATEX e il professor Ugo Savardi, che ha avuto l’idea di proporre questo corso proprio alla Scuola di Dottorato.

Ringrazio il professor Enrico Gregorio, per il supporto TEXperto nel- l’organizzazione del corso e per le sue impagabili “formule magiche”

(fermo restando che mi assumo le responsabilità di eventuali errori o inesattezze), e il professor Tommaso Gordini, che con i suoi preziosi consigli mi ha permesso di migliorare la forma e il contenuto di questa documentazione.

Un particolare ringraziamento va ai dottori Gilberto D’Arduini, Mat- teo Lanza e Antonio Rinaldi, che hanno provveduto all’installazione di LATEX sui computer utilizzati durante il corso; alla dottoressa Ca- tia Cordioli, per la pazienza e il supporto nella frenetica organizza- zione delle lezioni; al dottor Corrado Ferreri, responsabile del servi- zio di E-Learning d’Ateneo, che ha fornito le copie di TEX Live 2009 distribuite indvdai frequentanti.

Infine, ringrazio tutti i frequentanti del corso, i dottorandi, gli asse- gnisti e i docenti che hanno resistito alle quattro intense lezioni. A loro dedico questa classe.

Nota alla versione0.5

A partire dalla versione0.5, la classesuftesiintroduce novità importan- ti. Grazie alle nuove opzioni, si possono ora comporre testi di diver- sa natura, dagli articoli ai classici volumi in formato 14 cm×21 cm o 16 cm×24 cm. I più esigenti, infine, possono anche riprodurre il layout diThe Elements of Typographyc Style, il capolavoro di RobertBringhurst.

1 http://www.sdsuf.univr.it/sdol/main. Si possono trovare informazioni sul corso alla paginahttp://profs.lettere.univr.it/valbusa/LaTeX.

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Introduzione

Nota sul copyright

La classesuftesiè rilasciata sotto la licenza LaTeX Project Public License version1.3c.2

Oltre ai termini previsti dalla licenza, l’autore richiede di inserire nel documento la seguente nota di attribuzione:

Questo lavoro è stato realizzato con LATEX usando la classesuftesidi Ivan Valbusa.

Tale nota può essere messa nel colophon, che può essere inserito al- la fine, all’inizio oppure nel retrofrontespizio del documento, come si è fatto qui. In quella sede si possono indicare anche informazioni ag- giuntive come il font o i font usati, il sistema operativo installato nella propria macchina, eccetera. Si può aggiungere facilmente tutto questo con il comando\colophon, definito dalla classe (vedi sezione2.2).

Installazione

Per utilizzare la classe suftesi basta copiare il file suftesi.cls nella propria cartella di lavoro. Se si vuole la classe disponibile per ogni do- cumento LATEX, bisogna copiare il file in una sottocartella corretta del- l’albero personale o locale, eventualmente creandola se non ci fosse già.

L’operazione va eseguita nei modi propri di ogni sistema operativo.3 La classe è distribuita in un archivio.zipinsieme a un modello di tesi pronto pronto per l’uso, che per gestire la bibliografia richiede la presenza nella propria distribuzione LATEX dei pacchettibiblatex(di Philipp Lehman) e biblatex-philosophy (di Ivan Valbusa). La classe si carica nel modo consueto:

\documentclass[hopzionii]{suftesi}

ricordando che non serve specificare l’opzionea4paperperché già im- postata di default.

2 http://www.ctan.org/tex-archive/macros/latex/base/lppl.txt.

3 Le istruzioni per installare a mano un pacchetto sono spiegate, per esempio, inPantieri e Gordini,2010.

(8)

8 Introduzione

Pacchetti caricati dalla classe

La classesuftesicarica automaticamente i pacchettiberamono,calc,cap- tion, color, enumitem, emptypage, epigraph, fancyhdr, fontenc, footmisc, geometry, ifluatex, ifxetex, iwona, mathpazo, metalogo, microtype, mpa- rhack,multicol,textcase,titlesec,titletoc,varioref.

Avvertenza per i neofiti

Se si usa suftesi a partire da un documento composto con un’altra classe, ci si ricordi di ripulire il preambolo da eventuali ridefinizioni di comandi e ambienti usate in precedenza: non facendolo, lo stile del documento che si sta scrivendo potrebbe non corrispondere più alle aspettative.

Se si hanno particolari esigenze di font, è possibile usare la classe con X E LATEX, ricordandosi di impostare la codifica d’entrata comeutf-8 o utf-16.

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1 . Caratteristiche della classe

Metti qui la tua epigrafe preferita, ma fai atten- zione: se non riesci a trovare per ogni capitolo unincipitche sia allo stesso tempo originale, acu- to e inerente, lascia perdere!

Le cose semplici sono spesso le migliori.

Ivan Valbusa

1.1 Layout

Le classi standard di LATEX permettono di ottenere documenti ben com- posti, ma il risultato finale è lontano dalle esigenze anche estetiche de- gli utenti umanisti e richiamano piuttosto, com’è naturale, la forma dei manuali delle discipline tecnico-scientifiche.

Ho voluto creare, quindi, uno stile molto semplice e sobrio, anche con l’obiettivo di ricercare nella semplicità l’equilibrio estetico. Per i titoli dei capitoli ho preferito di default il semplice carattere tondo, mentre ho usato il corsivo solo per le sezioni di primo livello. Al- cuni elementi del layout si possono comunque personalizzare (vedi sezione2).

Lo stile della classe è stato largamente ispirato dalle mie letture di ar- gomento tipografico: mi riferiscoin primisai volumi di Jan Tschichold e Robert Bringhurst pubblicati in Italia da Sylvestre Bonnard.1La spa- ziatura prima e dopo i titoli di sezione è un semplice avanzamento di riga. La gabbia del testo è in rapporto 1 : 2 (doppio quadrato), e si è usato lo stesso rapporto anche per definire le coppie di margini inter- no/esterno e superiore/inferiore. In un primo momento essa potrebbe apparire troppo stretta, ma l’impressione svanisce presto: una riga di testo contiene in media dieci parole, un numero considerato ottimale per permettere una lettura agevole.

La tabella 1.1 nella pagina seguenteraccoglie le misure dei diversi elementi di una pagina composta consuftesi. A differenza delle classi standard, con la classesuftesil’opzione11ptnon si limita ad aumentare il corpo del font, ma agisce anche sulla gabbia del testo, adattandone le dimensioni (vedi la sezione2.1).

1 Bringhurst,1996;Tschichold,1975.

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10 Capitolo1

1.2 Font

La classe carica di default alcuni font.2Per il testo con grazie, il Palati-

Ricordatevi di inserire nelcolophonle informazioni sui font usati nel documento. È una finezza che verrà sicuramente apprezzata. . . dai lettori più attenti

no di Hermann Zapf. È un font neo-umanista molto originale, dotato di vero maiuscoletto, old style figurese supporto per la matematica. Il testo senza grazie viene composto con l’Iwona di Janusz M. Nowacki.3 Si consiglia di non eccedere nel corpo del font: utilizzando una stam- pante discreta, l’opzione predefinita di 10punti dovrebbe essere più che sufficiente. Anche 11 punti potrebbero essere accettabili, mentre 12punti sono eccessivi.

Inutile precisare che si possono usare anche i font di altri pacchetti:

fourier,lmodern,mathdesign, soltanto per fare alcuni esempi. In questi casi si ricordi però di richiamare l’opzione defaultfont, che disabilita le impostazioni della classe e imposta i font LATEX standard; si presti inoltre attenzione alla scelta del font per scrivere in greco.

1.2.1 Alfabeto greco

La classe suftesicarica di default il font greco Artemisia della Greek Font Society, che con le sue grazie affilate si integra molto bene con il disegno del Palatino:

Alla Natura che ogni cosa dona e ogni cosa riprende . . . Τῃ πὰντα διδοὺσῃ καί Artemisia

ἀπολαμβανοὺσῃ φὺσει ὁ πεπαιδευμὲνος καί αἰδὴμων λὲγει· ῾῾δός, ὅ ϑὲλεις, ἀπὸλαβε, ὅ ϑὲλεις᾿᾿. Λὲγει δέ τοῦτο οὐ καταθρασυνὸμενος, ἀλλά πειθαρχῶν μὸνον καί εὐνοῶν αὐτῇ.

L’opzione porson permette di usare il font Porson, della medesima Società:

Alla Natura che ogni cosa dona e ogni cosa riprende . . . Τῃ πὰντα διδοὺσῃ καί Porson

ἀπολαμβανοὺσῃ φὺσει ὁ πεπαιδευμὲνος καί αἰδὴμων λὲγει· ῾῾δός, ὅ θὲλεις, ἀπὸλαβε,

Tabella1.1. Misure e proporzioni degli elementi della pagina.

Opzione (pt)

(default) 11pt compact supercompact elements

Giustezza 312 324 312 284 251

Altezza testo 624 648 470 430 502

Note a margine 82 82 65 50 60

Proporzioni Margini sup./inf.

est./int.

1 : 2 1 : 2 2 : 3 2 : 3 1.376

1 : 2 1 : 2 2 : 3 2 : 3 1/2

Testo 1 : 2 1 : 2 2 : 3 2 : 3 1/2

Pagina 1 :√

2 1 :√

2 2/3 2 : 3 1/√

3

2 Utilizzando la classe con X E LATEX non verrà caricato alcun font e anche le opzioni relative ai font, descritte nella sezione2.1, verranno ignorate.

3 Questa scelta, naturalmente, si ispira all’Arte di scrivere con LATEXdi Lorenzo Pantieri e Tommaso Gordini.

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Caratteristiche della classe 11

ὅ θὲλεις᾿᾿. Λὲγει δέ τοῦτο οὐ καταθρασυνὸμενος, ἀλλά πειθαρχῶν μὸνον καί εὐνοῶν αὐτῇ.

L’opzione defaultgreekdisabilita il carattere Artemisia e permette di usare il font greco standard CB Greek:4

Alla Natura che ogni cosa dona e ogni cosa riprende . . .Τῃ πὰντα διδοὺσῃ καί ἀπο- CB Greek λαμβανοὺσῃ φὺσει ὁ πεπαιδευμὲνος καί αἰδὴμων λὲγει· ῾῾δός, ὅ θὲλεις, ἀπὸλαβε, ὅ

θὲλεις᾿᾿. Λὲγει δέ τοῦτο οὐ καταθρασυνὸμενος, ἀλλά πειθαρχῶν μὸνον καί εὐνοῶν αὐτῇ.

1.3 Elementi del testo 1.3.1 Note a piè di pagina

Come si può notare, in questo documento il numero della nota a piè di pagina è a esponente nel corpo del testo, mentre nella nota è in linea con la riga del testo ed esposto nel margine della pagina.5Questa scelta si ispira agliElementi dello stile tipograficodi Robert Bringhurst.6

1.3.2 Note a margine

Il comando standard\marginparstampa le note a margine in corsivo e con lo stesso corpo delle citazioni “in display”, allineandole a sinistra nelle pagine dispari e a destra nelle pagine pari. Questa disposizione si ispira al pacchettoclassicthesis.

In linea generale, i testi contemporanei non fanno largo uso delle note a margine, ma in una tesi di laurea o di dottorato potrebbero rivelarsi molto efficaci se integrate con accortezza con le note al piede.

Immaginando, per esempio, di dover citare un passo di Robert Brin- Robert Bringhurst (Los Angeles,16ottobre1946) è un poeta, scrittore e tipografo canadese, autore del capolavoro The Elements of Typographic Style

ghurst, sarebbe molto utile disporre di brevi note sulla sua vita e ma- gari su una sua opera che preme ricordare. Ecco che la nota èproprio lìdove serve e il flusso della lettura non viene interrotto dal movimen- to verticale dell’occhio sulla pagina. Le note a margine sono un tratto caratteristico dell’elegante tipografia del Rinascimento.

Naturalmente,nonsi possono usare le note a margine come se fosse- ro note al piede: composizione e collocamento sulla pagina richiedono infatti particolare attenzione. Se organizzate con cura, invece, rivelano la loro doppia utilità: il lettore riceve informazioni extra al momento giusto, e l’autore ha l’occasione di “fare il punto” sul contenuto di un capoverso o su un concetto particolarmente importante.

1.3.3 Epigrafi

Il pacchettoepigraphpermette di stampare le epigrafi. Se l’epigrafe vie- Epigrafi

ne collocata dopo il titolo del capitolo, come accade di solito, il primo

4 Quest’opzione viene automaticamente abilitata dall’opzione defaultfont (vedi sezione2.1).

5 Si consiglia in ogni caso di inserire la notadopo l’eventuale segno di interpunzione e possibilmente dopo il punto fermo di fine periodo, per permettere una lettura più agevole.

6 Bringhurst,1996.

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12 Capitolo1

paragrafo del testo immediatamente seguente presenterà la prima ri-

Le epigrafi impreziosiscono la tesi ma solo se fatte con intelligenza

ga rientrata, a meno che non cominci con un comando di sezione: si cerchi, perciò, di uniformare l’inizio di tutti i capitoli del documento.

Si può eliminare il rientro della prima riga di un capoverso con il comando \noindente si ricordi che dopo un titolo di sezione non ha alcun senso rientrare la prima riga.

Si possono modificare “localmente” le impostazioni diepigraphcon il codice seguente:

\begingroup

\setlength{\epigraphwidth}{hlunghezzai}

\epigraph{htesto dell’epigrafei}{hautorei}

\endgroup

dovehlunghezzaiè il valore della larghezza della minipage che contie- ne ilhtesto dell’epigrafeiespressa in una qualsiasi delle unità di misura tipografiche riconosciute da LATEX (per esempio,8cm,80mm, eccetera).

1.4 Sezionamento

La classesuftesiaccettatuttii comandi di sezionamento previsti dalle classi standard di LATEX. Naturalmente, questo non significa che in un documento debbano essere usati tutti e a tutti costi.

Consiglio in ogni caso di usare anche le dichiarazioni di sezionamen- to già previste dalla classebook,

\frontmatter

\mainmatter

\backmatter

che controllano il formato dei numeri di pagina e la numerazione delle sezioni, rispettivamente, del materiale iniziale (Dedica, Ringraziamen- ti, Introduzione, eccetera), dei capitoli e del materiale finale (Conclu- sione, Indici, Bibliografia, eccetera).7 Si noti che la classe suftesi ride- finisce il comando\frontmatter in modo da ottenere la numerazione delle pagine con cifre arabe anziché romane.

Spesso è conveniente cominciare un capitolo numerato con un’In-

Introduzioni non

numerate troduzione non numerata, non necessariamente molto ampia: si può intendere come una specie di sommario del capitolo, da far comparire o meno nell’indice generale. In questo documento si è scelta la prima strada.

A questo scopo la classesuftesidefinisce il comando

\chapterintro

che permette di inserire un’introduzione non numerata e di ottener- ne il riferimento corretto nell’indice con il pacchetto hyperref, che va dunque caricato se si usa questo comando.8

7 Si veda il modello di tesi distribuito con la classe. InPantieri e Gordini,2010, sez.4.4, sono spiegati in dettaglio tutti i comandi di sezionamento.

8 Ringrazio Enrico Gregorio, che ha avuto l’idea del comando e ne ha fornito il codice.

(13)

Caratteristiche della classe 13

Se invece non si vogliono visualizzare i riferimenti, basta caricare hyperrefcon l’opzionedraft:

\usepackage{hyperref}

\hypersetup{draft=true}

Si ricorda chehyperref va caricato sempre comeultimopacchetto.

Se le appendici della tesi sono più d’una (e solo in questo caso) si Appendici multiple

può usare il nuovo comando\appendixpagedefinito dalla classe, che le numera con cifre romane maiuscole e inserisce prima di esse una pa- gina intitolataAppendici. La numerazione delle pagine in questa parte del documento prosegue quella del corpo centrale.

1.5 Testatine

Di default le testatine della classesuftesiriportano il numero di pagina nella parte esterna, mentre in quella interna il numero del capitolo

(pagine pari), e il titolo del capitolo (pagine dispari). Questa scelta Si può scegliere tra due stili di testatine

si ispira alle consuetudini tipografiche di numerose case editrici, in particolare italiane. Le testatine sono stampate con lo stesso corpo delle note a piè di pagina, di quelle a margine e delle citazioni fuori corpo.

Alcune opzioni permettono però di modificare lo stile predefinito2.1. 1.6 Titoli

Di default, i titoli dei capitoli e delle sezioni di primo livello vengono allineati a sinistra e composti in carattere tondo e corsivo rispettiva- mente, ma combinando le diverse opzioni (vedi sezione2.1) si hanno a disposizione cinque differenti stili di capitolo.

Il comando\maketitleè stato ridefinito per produrre un titolo che richiama lo stile del frontespizio disuftesi. Per ottenere il titolo nello stile standard, viene fornito il comando\standardtitle.

1.7 Frontespizio

Il pacchetto frontespizio mette a disposizione l’opzione suftesi per ottenere il frontespizio disuftesi:9

\usepackage[suftesi]{frontespizio}

Produrre il frontespizio è molto semplice: vediamo un esempio. Nel file principale, poniamotesi.tex, dopo\begin{document}vanno dati i seguenti comandi:

\begin{frontespizio}

\Universita{Paperopoli}

\Logo{duck}

\Facolta{Pennutologia}

\Corso{Belle Lettere}

\Annoaccademico{2030-2031}

\Titoletto{Tesi di laurea magistrale}

9 Si veda l’esempio inhttp://ctan.mirror.garr.it/mirrors/CTAN/macros/latex/contrib/

frontespizio/frontespizio.pdf.

(14)

14 Capitolo1

\Titolo{La mia tesi:\\una lunga serie di risultati\\

difficilissimi e complicatissimi}

\Sottotitolo{Alcune considerazioni mutevoli}

\Candidato[PP999999]{Paperino Paolino}

\Relatore{Giovanni Episcopo}

\Correlatore{Ubaldo Kutuzu}

\end{frontespizio}

La sequenza di compilazione per ottenere il frontespizio è la seguen- te:

1 si compila la prima volta il file principale tesi.texe si ottiene il file

tesi-frn.tex;

2 si apre il filetesi-frn.texcon l’editor in uso e lo si compila;

3 si compila nuovamente il filetesi.texper ottenere il frontespizio nella posizione corretta e ben composto.

1.8 Bibliografia e sigle 1.8.1 Bibliografia

La bibliografia delle opere umanistiche è generalmente problematica.

Bibliografia

Tra i numerosi pacchetti di cui LATEX dispone per gestire automatica- mente la bibliografia e le citazioni bibliografiche in un documento, que- sta documentazione e il modello di tesi distribuito con la classe fanno uso del pacchetto biblatex e del pacchettobiblatex-philosophy, inclusi sia in TEX Live2011che in MiKTEX2.9.10

LATEX permette di rinunciare agli automatismi offerti dai due pac-

Non seguite questa

strada! chetti e di comporre la bibliografia completamente a mano, come fa la maggior parte degli utenti di altri elaboratori di testo. A questo scopo, oltre all’ambiente standardthebibliography la classesuftesidefinisce l’ambiente bibliografia. Il risultato è riportato nella figura 1.1 nella pagina successiva.

\begin{bibliografia}

\item I. Kant\index{Kant, Immanuel}, \emph{Critica della ragion pura}, Laterza, Roma-Bari 2007.

\item R. Cartesio\index{Descartes, René (Cartesio)},

\emph{Discorso sul metodo}, Bompiani, Milano 2001.

\end{bibliografia}

In questo modo, però, si devono inserire a mano le citazioni biblio- grafiche, rinunciando alla possibilità di usare il comando\cite. L’am- bientebibliografiarimane tuttavia utile se si possiede già una biblio- grafia composta a mano e non si ha né tempo né voglia di creare un database bibliografico da usare conbiblatex.

L’ambiente bibliografia genera di default un capitolo numerato.

Per ottenere il risultato corretto va quindi inserito dopo il comando

\backmatter. Con l’opzionearticlel’ambiente genera una sezione non numerata, assieme alla rispettiva voce nell’indice generale.

10Per approfondimenti cfr.Lehman,2010;Mori,2008;Pantieri,2009;Valbusa,2010.

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Caratteristiche della classe 15

1.8.2 Sigle

Il comando \printshorthands di biblatex genera automaticamente la Sigle

lista delle sigle, facendo risparmiare tempo e assicurando un ottimo risultato.

Se si vuole creare manualmente la lista delle sigle, invece, la classe Non seguite questa strada!

suftesidefinisce l’ambientesigle, esemplificato nel codice seguente (il risultato è riportato nella figura1.2):

\begin{sigle}

\item[KrV] I. Kant\index{Kant, Immanuel}, \emph{Kritik der reinen Vernunft}, ...

\item[KU] I. Kant\index{Kant, Immanuel}, \emph{Kritik der Urteilskraft}, ...

\end{sigle}

L’ambientesiglegenera di default un capitolo numerato. Per ottene- re il risultato corretto va quindi inseritodopoil comando\frontmatter. Con l’opzione article l’ambiente genera una sezione non numerata, assieme alla rispettiva voce nell’indice generale.

Bibliografia

I. Kant,Critica della ragion pura, Laterza, Roma-Bari2007. R. Cartesio,Discorso sul metodo, Bompiani, Milano2001.

Figura1.1. Bibliografia composta utilizzando l’ambientebibliografia.

Sigle

KrV I. Kant,Kritik der reinen Vernunft, . . . KU I. Kant,Kritik der Urteilskraft, . . .

Figura1.2. Sigle composte utilizzando l’ambientesigle.

(16)
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2 . Opzioni e comandi

2.1 Opzioni

La classesuftesifa proprie le opzioni delle classebooke ne definisce di nuove:

article

Permette di usare la classe per produrre articoli o tesi di laurea NEW!

triennali. Si noti che la gabbia del testo è asimmetrica (per averla centrata, come di solito è in unarticle, basta dare asuftesil’opzio- ne standardoneside) e che nelle testatine compare il titolo della

\sectioncorrente. Come nella classearticle, infine, è disponibile il comando\maketitle.

fullplain

Elimina le testatine nello stileplain. Se ne consiglia l’uso assieme NEW!

all’opzionearticle.

compact

Stampa il documento su una pagina A4, in un formato compat- NEW!

to ma comunque generoso (vedi tabella1.1), indicando i crocini di taglio utili per la rilegatura. Il comando\crop[off], dato nel corpo del documento, disabilita i crocini dalla pagina successiva al punto in cui è inserito. È utile per stampare i crocini solo sulla prima pagina, dove realmente servono. I comandi\crop[frame]

e \crop[cross] forniscono due ulteriori stili di crocini. Si noti che i comandi\crop[hopzionei], definiti dal pacchetto omonimo, funzionano solo se si dichiara suftesicon una delle tre opzioni

compact,supercompactoelements.

supercompact

Simile all’opzione precedente, ma con un formato ancora più NEW!

compatto (vedi tabella1.1).

elements

Riproduce il layout diThe Elements of Typographyc Styledi Robert NEW!

Bringhurst.

sufelements

Riproduce lo stile dei capitoli dell’opzioneelementse carica l’op- NEW!

zionesctitles.

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18 Capitolo2

nocrop

Evita di caricare il pacchetto crop, restituendo un output del

NEW!

formato previsto dalle opzionicompact,supercompact,elements.

nomarginpar

Nasconde le note a margine. È consigliata assieme alle opzioni

NEW!

compactesupercompact.

plain

permette di ottenere il numero di pagina centrato nel piè di pagi- na, mentre nelle testatine delle pagine pari comparirà il numero del capitolo, in quelle delle pagine dispari il titolo del capito- lo. Si consiglia di utilizzare quest’opzione assieme all’opzione

centertitle, in modo da uniformare lo stile del documento.

sctitles

Permette di ottenere le testatine e i titoli dei capitoli e delle sezio- ni di primo livello in maiuscoletto spaziato. Può essere combina- ta con l’opzionecentertitle.

centertitle

Permette di ottenere numero e titolo del capitolo centrati sulla pagina, con il titolo sotto il numero. Può essere combinata con l’opzionesctitles.

11pt

Imposta il corpo del font a 11pt e adatta di conseguenza la gabbia del testo.

bozza

Stampa nel piè di pagina la nota

Versione delhdata documentoi

utile per distinguere le diverse bozze della tesi.

artemisia

Carica il font greco Artemisia (default).

porson

Carica il font greco Porson.

defaultgreek

Carica il font greco standard CB Greek.

defaultfont

Imposta i font LATEX standard e permette anche di utilizzare al loro posto qualsiasi altro font con l’interlinea corretta.

disablefront

Quest’opzione è deprecata a partire dalla versione0.5.

(19)

Opzioni e comandi 19

2.2 Comandi

La classesuftesidefinisce i seguenti nuovi comandi:

\chapterintro

Permette di inserire un’introduzione non numerata all’inizio di un capitolo, e di ottenerne il riferimento corretto nell’indice con il pacchettohyperref.

\colophon[hOSi]{hnome e cognomei}{hinfo aggiuntivei}

Compone un retrofrontespizio come quello di questa documen- tazione, inserendo l’indicazione delcopyrightseguita dahnome e cognomei dell’autore del lavoro e, nel colophon, la nota di attri- buzione richiesta dall’autore della classe e tutte le informazioni aggiuntive (sistema operativo, font, eccetera) che si ritiene neces- sario indicare. La seconda pagina della documentazione è stata ottenuta con il codice seguente:

\colophon[Mac OS X]{Ivan Valbusa}{Il font con grazie è il Palatino di Hermann Zapf. Il font lineare è l’Iwona di Janusz M.~Nowacki, e quello a larghezza fissa è il Bera Mono, originariamente sviluppato da Bistream, Inc. come Bitstream Vera. Per il greco si sono usati i font Artemisia e Porson della Greek Font Society e il font CB Greek di Claudio Beccari.}

Per omettere la nota sul copyrightè sufficiente lasciare vuoto il secondo argomento del comando:

\colophon[hOSi]{}{hinfo aggiuntivei}

Con l’opzionearticle, la nota di attribuzione può essere inserita in una nota a piè di pagina, per esempio attraverso il comando

\thanks:

\author{hautorei\thanks{Questo lavoro è stato realizzato con

\LaTeX usando la classe \textsf{suftesi} di Ivan Valbusa}.}

\hemph{htestoi}

È una variante di\emphche permette a LATEX di sillabare corretta- mente, se necessario e senza restituire un errore dioverfull box, la parola scritta nel proprio argomento quando è preceduta da un articolo o da una preposizione articolata elisi. Il comando si usa come segue:

dell’\hemph{encyclopædia}

\headbreak

Nel punto in cui viene dato, spezza il titolo di una sezione nel- l’indice generale, ma non nel corpo del testo né nella testatina.

\xheadbreak

Nel punto in cui viene dato, spezza il titolo di una sezione nel corpo del testo e nella testatina, ma non nell’indice generale.

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20 Capitolo2

\chapterintroname{hnomei}

Cambia inhnomeiil titolo stampato dal comando\chapterintro.

\appendicesname{hnomei}

Cambia inhnomeiil titolo stampato dal comando\appendix.

\chapnumfont{hnomei}

Permette di scegliere il font del numero del capitolo che si ottiene

NEW!

con l’opzionesufelements. Di default “pplj” (LATEX) o “Palatino”

(X E LATEX). Per utilizzare lo stesso font impostato per il documento è sufficiente il comando:

\chapnumfont{}

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Penitenziagite!

. . . Et el resto valet un figo seco. Et amen. No?

Salvatore

A chiunque utilizzerà la classesuftesi auguro un buon lavoro e tante soddisfazioni personali. Ricordatevi che scrivendo la tesi con un pro- gramma professionale come LATEX state dando il vostro piccolo contri- buto alla storia della tipografia e della cultura. Non sottovalutatelo.

Non è da escludere che a qualcuno verrà obiettato che la gabbia del testo è stroppo stretta, che il font è troppo piccolo, che l’interlinea dovrebbe essere maggiore, eccetera. (Ed ecco quindi spiegati il titolo e l’incipitdi questo capitolo, tratti dal capolavoro di UmbertoEcoIl nome della rosa.

Qualcuno di voi si sentirà sufficientemente sicuro da sostenere le buone ragioni tipografiche che hanno portato alle scelte fatte per que- sta classe che, detto tra noi, sono alquanto consolidate e per niente azzardate. Qualcun altro non si sentirà di scontrarsi con decenni di consuetudini anti-tipografiche. A lui chiedo soltanto di non modificare questa classe.

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Changes

Versione0.5

• Il frontespizio disuftesiè stato incorporato nel pacchettofrontespizio

• Nuovo comando\chapnumfont

• Modificata l’opzionesctitles . . . (2.1)

• Nuova opzionearticle . . . (2.1)

• Nuova opzionefullplain. . . (2.1)

• Nuova opzioneelements . . . (2.1)

• Nuova opzionesufelements . . . (2.1)

• Nuova opzionesupercompact . . . (2.1)

• Nuova opzionecompact . . . (2.1)

• Nuova opzionenocrop . . . (2.1)

• Nuova opzionenomarginpar . . . (2.1)

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Bibliografia

Questa bibliografia è stata composta con lo stilephilosophy-classicfor- nito dal pacchetto biblatex-philosophy, scritto dallo stesso autore di questa classe.

Bringhurst, Robert (1996),The Elements of Typographyc Style,2aed., Hur- tley & Marks Publisher, Vancouver; trad. it. Gli elementi dello stile ti- pografico, Sylvestre Bonnard, Milano 2009. (Citato alle pp. 5, 9, 11, 17.)

Eco, Umberto (1980), Il nome della rosa, Bompiani, Milano. (Citato a p.21.)

Lehman, Philipp (2010),The biblatexpackage, Versione0.9a,http://ww

w.ctan.org/tex- archive/macros/latex/exptl/biblatex/. (Citato a p.14.)

Mori, Lapo F. (2008), «Gestire la bibliografia con LATEX», ArsTEXnica,6 (ott.2008), pp.37–51. (Citato a p.14.)

Pantieri, Lorenzo (2009), «L’arte di gestire la bibliografia conbiblatex»,

http : / / www . lorenzopantieri . net / LaTeX _ files / Bibliografia . pdf. (Citato a p.14.)

Pantieri, Lorenzo e Tommaso Gordini (2010),L’arte di scrivere con LATEX.

Un’introduzione a LATEX, prefazione di Enrico Gregorio, nuova edi- zione,http://www.lorenzopantieri.net/LaTeX_files/ArteLaTeX.pdf. (Citato alle pp.7,12.)

Tschichold, Jan (1975),Ausgewählte Aufsätze über Fragen der Gestalt des Buches und der Typographie, Birkhäuser Verlag, Basel; trad. it.La forma del libro, Sylvestre Bonnard, Milano2003. (Citato a p.9.)

Valbusa, Ivan (2010), «Creare stili bibliografici conbiblatex: l’esperien- za del pacchetto biblatex-philosophy»,ArsTEXnica,9(ott.2010). (Cita- to a p.14.)

Referensi

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