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Attenti mestahil bagi alla lupa

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Academic year: 2018

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il 2012 e di non poter program-mare mostre di rilievo. Starà ai futuri amministratori della cit-tà (al momento ancora com-missariata) riannodare i fili del dialogo, interrotti da almeno un biennio.

Paola Bianco

Dino Gavina. Lampi di design, a cu-ra di Elena Brigi e Daniele Vi n c e n-zi. Museo d’Arte Moderna di Bolo-gna (MAMbo), fino al 12 dicembre. La mostra è promossa dal Comita-to Mostra Dino Gavina al MAMbo e gode del sostegno di Enel e Uni-Credit Banca, della Fondazione Ca-risbo e della Fondazione del Mon-te di Bologna e Ravenna aspetti del suo lavoro: i

proget-ti di arredo urbano e il rappor-to con gli artisti (in particolare, Alessandro Aldrovandi e Ta t-sunori Kano). Per la durata del-la mostra, sono inoltre in pro-gramma visite guidate e con-versazioni con un nutrito grup-po di amici e colleghi di Gavi-na. Tuttavia, nel frattempo, un’ombra scura si allunga sulle sorti del MAMbo: l’al-larme è scattato a causa della cospicua riduzione dei fondi comunali, dimezzati dal 2008 a oggi. In queste condizioni, se-condo i vertici dell’istituzione museale, si rischia di non ri-uscire a garantire l’apertura per

Al via il nuovo Museo del Design di Londra firmato John Pawson (nella foto) che sarà spostato nell’ex sede del Commonwealth Institute a Kensington. A Pawson il Design Museum dedica la mostra «Plain Space», fino al 30 gennaio

Stagione di fiere tra settembre e dicembre oltre 15 appuntamenti tra Londra, Tokyo, Lod´z, Kortrijk, Eindhoven e Saint Etienne. Articolo a pagina 30 Il 2 settembre sono state approvate

le modifiche al Codice di Proprietà Intellettuale, per il Design è stata approvata la protezione del marchio a partire dal caso delle copie della Panton Chair.

Articolo nel prossimo numero

Attenti alla lupa

N

on paga di aver fatto ridere il mondo con il logo Magic Italy, la cultura visiva italiana ha messo a segno un altro colpo vincente, questa volta a Roma. Si tratta del nuovo «marchio della città, destinato a sostituire lo stemma istituzionale nella promozione culturale e turistica e nel relativo merchandising» con titolo in puro stile «franco&ciccio»: La lupa del terzo m i l l e n n i o. Ancora una volta stupisce la qualità del concorso: che senso ha dichiarare che la valutazione delle p roposte «è stata effettuata in base ai seguenti criteri: innanzitutto i prerequisiti presenti nel bando, poi

originalità e riconoscibilità, creatività e attualità stilistica, e fficacia del sistema comunicativo, flessibilità e

riproducibilità della proposta, idea e rilevanza del p r o g e t t o», se il bando proponeva già il b r i e fc h i u s o ? O v v e ro, così recitava:

«Il marchio deve necessariamente rappresentare l’immagine della Lupa Capitolina, simbolo della fondazione di Roma ed essere accompagnato dall’espressione testuale logotipo Roma» Invitiamo il l e t t o re a vedere il materiale di concorso disponibile sul sito web del Dipartimento comunicazione istituzionale. Unico commento possibile: no comment…

Mi permetterei allora di avanzare una serie di modeste p roposte di b r i e fper caratterizzare i futuri bandi delle principali città italiane che vogliano iniziare delle azioni di comunicazione legate al marketing terr i t o r i a l e : - Torino: i gianduiotti, il «bicerin», la Mole Antonelliana, le

automobili, «falsi ma cort e s i » …

- Milano: il panettone, la cotoletta, il risotto, la moda e il design («ossignur ma cusa l’è??»), il Duomo, O mia bella M a d u n i n a…

- Bologna: «La dotta» o «la grassa», le torri, la mort a d e l l a e i tort e l l i n i …

- Napoli: il sole, il mare, «O’Vesuvio», i Borbone, il ciuccio, la pizza e il mandolino…

Come direbbe A l b e rt o Arbasino: «che tempi, che tempi signora mia…» .

Stefano Maffei

Logorroici

MOSTRE

Dino Gavina: o stupidi o civili

Piace l’omaggio all’«anomalo» imprenditore bolognese,

mentre l’ombra dei tagli ai fondi minaccia il MAMbo

B O L O G N A. «La produzione è il mezzo di comunicazione più ef -ficace del nostro tempo, un mezzo che può essere usato co me veicolo di stupidità o di ci -v i l t à». Con queste parole si apre «Dino Gavina. Lampi di design», mostra che sviscera il rapporto tra questo «anomalo» imprenditore bolognese (1922-2007) - come l’ha definito Bep-pe Finessi nel catalogo pubbli-cato da Corraini - e gli artisti, i d e s i g n e r, gli architetti di cui si è circondato per tutta la vita: Lucio Fontana, Marcel Du-champ, Man Ray, Sebastian Matta, i fratelli Castiglioni, Marcel Breuer, Carlo e To b i a Scarpa, Kazuhide Ta k a h a m a , Luigi Caccia Dominioni. Un’avventura industriale (basti pensare alle varie incar-nazioni produttive che ne han-no segnato il percorso: Gavina, Simon International, Flos, Sir-rah, Simongavina Paradisoter-restre), ma anche e soprattut-to intellettuale. Con Gavina, Bologna diviene patria di un i n t e ro mondo cre a t i v o .A i n i-zio anni sessanta è questa città - e non Milano - la culla del de-sign italiano e internazionale; qui trovano una seconda casa gli artisti e i «bravi architetti» (per usare un’espressione di Fontana) in cui Gavina s’im-batte. Alcuni, come il giappo-nese Takahama, vi si stabili-ranno per sempre.

Ogni sezione del percorso espositivo, articolato per nuclei tematici (uno per collaborazio-ne, più le eccezioni di Flos e Sirrah) propone foto, disegni e modelli che raccontano, anche grazie al dettagliato apparato descrittivo, la costante ricerca nel progetto e nel processo pro-duttivo. Questa suddivisione, pur nella sua didascalicità, non risulta banale. Gli oggetti

pre-sentati, realizzati a part i re dal 1950(molti ancora in pro-d u z i o n e ) ,spaziano nei campi d e l l ’ a r redamento, dell’illu-minazione e dell’arredo ur-b a n o. Molteplici sono i fili conduttori che si possono indi-viduare: l’importanza dello strumento comunicativo, l’ap-plicazione dei principi delle avanguardie (primo fra tutti, il ready made) al design, la seria-lità, l’utilizzo dei materiali. L’esposizione presenta due a p p e n d i c i, una presso l’U r b a n C e n t e r B o l o g n a(Sala Borsa) e l’altra presso le rinnovate t o r r i dell’acqua di Budrio, dove si approfondiscono particolari

Il Giornale d e l

D e s i g n

Il concorso «Roma in un’immagine». C’è voluto più di un anno per gli esiti del concorso nazionale d’idee per il marchio logotipo per la promozione culturale e turistica, bandito a luglio 2009 dall’assessorato alle Politiche culturali e della comunicazione del Comune, vinto dall’agenzia torinese Media People srl il 16 settembre scorso

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aKortrijk, si fa un po’ di co-da per l’installazione dell’im-materiale Leone d’oro vene-ziano Junya Ishigami, a Utrecht, «Rietveld’s Univer-se» (dal 20 ottobre all’11 gen-naio), una mostra dedicata al lavoro di Gerrit Thomas Riet-veld, apre la stagione autunna-le del Centraal Museum non-ché la «Dutch Design Week» nella non distante Eindhoven. In numeri: 9 giorni, 60 loca-tion, 120.000 visitatori, 300 eventi e, teniamoci forti, 1.500 designer. Evento clou: la mo-stra dei giovani laureati della Design Academy, per molti la scuola leader in Europa. Negli stessi giorni, a Lódzla riflessione si sposta su «La dolce (Re)vita», un progetto espositivo che punta all’anali-si dei procesall’anali-si di rivitalizza-zione d’intere regioni, città o quartieri sulla spinta del de-sign: da zona Lambrate a Mi-lano al Mercato di San Miguel a Madrid. de avviare percorsi di scoper -ta, che tenderanno, nella loro visione estrema, verso questa smaterializzazione del movi -mento che sembra essere una delle più suggestive visioni della nostra epoca». Da To k-yo a Saint-Etienne, il passo, chissà, potrebbe anche rive-larsi breve.

Susanna Legrenzi piastrelle per il bagno, mobili

in stile e vasche idromassag-gio, pouff in edizioni limitate e calze della befana in feltro firmate da giovani in cerca di fortuna (e di occupazioni mi-gliori, si spera).

Di fronte a questa nuova sce-na, senza incorrere in disqui-sizioni a cavallo tra etica/este-tica, c’è chi comincia a chie-dersi se la grande rete di fie-re/festival/eventi esaurisca la propria funzione all’interno del proprio business, senza più porsi l’obiettivo di generare valore a beneficio di chi pro-duce e in qualche modo deve vendere progetti e prodotti. Una risposta arriverà forse da-gli appuntamenti ancora a ve-nire. In ordine di apparizione, la «Tokyo Design We e k »( d a l 29 ottobre al 3 novembre),i l Festival polacco di Lód´ z (dal 14 al 30 ottobre),la Bien-nale belga di Kort r i j k(dal 15 al 24 ottobre),la Design We e k di Eindhoven in Olanda( d a l 23 al 31 ottobre),la Biennale del design della francese S a i n t - E t i e n n e(dal 20 novem-bre al 5 dicemnovem-bre). Se To k y o festeggia il suo 25° anniversa-rio con tema l’Ambiente e una stima di 600.000 visitatori, la vicina Seoul, capitale mondia-le del design 2010, vanta u n ’ a ffluenza di circa 2 milio-ni di persone misurata con il metro coreano della partecipa-zione «gentilmente» suggerita (obbligata) alla kermesse. Sul fronte testimonial, mentre a «Interieur», in questi giorni l’industria all’autoproduzione

di ceste in rattan su sostegno delle businnes governancedi chissà quale ministero del Far East.

A presenziare le tappe di que-sto design road senza collega-menti tra scali è un popolo di «visitors» sempre più indeci-frabile e sempre meno dispo-sto a investire/spendere, men-tre i media (dai mensili alle te-state online) anticipano, re-censiscono, sponsorizzano, portano in mostra se stessi, non senza promuovere dibattiti e tavole rotonde con parole chiave valide un po’ per tutti, a cominciare dai sostantivi «lusso» e/o «sostenibilità» (!). Rawsthorn afferma che sebbe-ne sebbe-nessuno di questi eventi ab-bia la portata del Salone del Mobile di Milano né l’impat-to intellettuale di una Bienna-le di architettura di Venezia, tutto sommato gli appunta-menti a spasso per il globo nel-l’insieme si rivelano piacevo-li e divertenti. In un aggettivo, enjoyable. Già. Trascorse 48 ore a Londra, per la «Design Week» di fine settembre, le si può dare anche ragione. Al 26 di Wenlock Road, dietro i ban-coni della birreria The Arms Wonlosk, il cool brand Esta-blished & Sons ha messo al la-voro i suoi designer, tra karao-ke, happy hours e quiz. Per il resto, dalla parigina «Maison et Objet» alla l o n d i n e s e «100% Design» di Earl’s Co-urt, si è visto un grande patch-work di oggetti per la casa e LONDRA. La giornalista

britan-nica Alice Rawsthorn, sul «New York Times», ne ha fat-to un elenco in ordine alfabe-tico: Amsterdam,Bruxelles, E i n d h o v e n, H e l s i n k i, K o r-trijk,Lódz,Londra,Parigi, Seoul,UtrechteVerona. E, ancora, il mantra non è com-pleto. Mancano all’appello I s t a n b u l, M o s c a, P r a g a, Shanghai,Tokyo,Vienna; e qualcos’altro, probabilmente, c’è sfuggito. Il designer olan-dese Richard Hutten, su Face-book, confida: «È un periodo totalmente pazzo. Trascorrerò più tempo in volo che sulla ter -ra». E non sarà il solo perché, da settembre a dicembre, il mondo del design è protagoni-sta di un circo planetario che coinvolge topografie sempre più numerose ed espositori tra i più disparati, dal mondo

del-IL GIORNALE DELL’ARCHITETTURA, N. 88, OTTOBRE-NOVEMBRE 2010

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Il Giornale del Design

Il Cinafonino (50 $...)

insidia il Melafonino

P

asseggiando per la Fifth Avenue a New York City o lungo Nanjing Road a Shanghai non sembrano esserc i d i f f e renze nel notare un gran numero di persone alle p rese col proprio iPhone, vera protesi essenziale per la vita nel nuovo millennio. Anche lo sguardo più attento e diffidente non riesce a tro v a re difformità fra l’appare c c h i o che vediamo usato nella Grande Mela - curioso come tutto giri attorno a questo frutto - e quello in voga sul Bund. Cambiamo scena e osserviamo i più recenti dati di vendita rilevati sul mercato globale dei telefoni mobili. Non pochi e s p e rti del settore sono rimasti sorpresi nel leggere l’ultimo r a p p o rto di agosto emesso da Gart n e r, leader mondiale nel s e t t o re, che sancisce sì una crescita a due cifre del merc a t o accompagnata da un ribasso concorrenziale dei prezzi, ma p resenta anche una new entry fra i grandi marchi. Si tratta di un consorzio basato a Hong Kong, costituito da un certo un numero di produttori cinesi che si presenta con numeri da capogiro e risponde al nome di G’Five.

Il gruppo è addirittura a c c reditato di un terzo posto nel merc a t o indiano, vera gallina dalle uova d’oro del settore . Che cosa mai avrà p o rtato questo gru p p o alla ribalta globale? Quali i loro prodotti di punta? La risposta è semplice: sono

specializzati in copie dei modelli dei produttori di prima fascia. Inizia a venirci qualche dubbio: cosa abbiamo visto realmente in mano al pubblico cinese? Una rapida ricerca sul web ci porta sul desktop una ricca offerta di copie di Blackberry, iPhone, Nokia etc.

Fin qui niente di nuovo, se non fosse che le copie sono basate solamente sull’immagine esteriore dell’appare c c h i o e sul suo packaging e per questi aspetti sono fedelissime. Non vi è alcun interesse a re p l i c a re le prestazioni o il funzionamento (compresi i problemi di ricezione) del gioiello dell’azienda di Cupertino: il Cinafonino copia funziona in maniera del tutto differente usando un pro p r i o sistema operativo. Scioccante lo scarto di prezzo: un iPhone copy si porta a casa con 50 dollari, se proprio si vuole e s a g e r a re si raddoppia…

La nostra confusione aumenta. Avevamo imparato che il magico mondo dell’information technology aveva

seppellito l’annoso problema del rapporto forma/funzione, i prodotti nascevano come straordinarie sintesi di

tecnologia, funzionalità, espressione formale. Non solo era un mondo in cui f r e eef r e e d o msembravano sbagliando -le due facce della medaglia della nuova realtà virtua-le, ma era anche la dimensione in cui il design aveva vinto la sua battaglia e tutti entravamo (ed entriamo tuttora) quasi con rispetto nei magici Apple Store, i templi di vetro deputati alla celebrazione di questo rito. Ora scopriamo che un -per noi - sconosciuto o-peratore vende milioni di telefonini collocandosi non molto distante dalle migliori aziende della Silicon Valley? Forse, nell’entusiasmo, ci siamo dimenticati che in questo mercato, la cui unica possibilità di sopravvivenza è basata sulla crescita, le vere due facce della medaglia sono originale e copiae che una, purt ro p p o , ha bisogno dell’altra per assicurare i numeri globali secondo una prassi che ben conosciamo. Peccato, per un attimo ci eravamo illusi.

Alessandro Colombo

Copie e falsi

M E R C AT I

L’Ice per la filiera dell’abitare

Il progetto Contract Made in Italy, promosso dall’Istituto nazionale per il commercio estero, intende promuovere l’eccellenza italiana nel settore del commercio edile, dell’arredamento d’interni e dei mate-riali da costruzione pregiati. In una prima fase, sarà rivolto alle real-tà artigiane e alle aziende della filiera «Abitare», successivamente coinvolgerà progettisti, costruttori e general contractor. Parallela-mente, sono previste alcune azioni mirate per le aziende coinvolte: un portale che presenti i progetti; l’organizzazione di corsi in colla-borazione con la Scuola di amministrazione aziendale dell’Università Bocconi e la programmazione di eventi a Los Angeles, Dubai e Mo-sca. w w w. c o n t r a c t i t a l i a n o . i t

FIERE

Overdose

Da Tokyo a Saint-Etienne, tra settembre e dicembre il calendario

prevede oltre 15 appuntamenti internazionali

Dal 19 al 21 novembre, pres-so il Foro Boario di Modena, è in programma Open Design Italia, che prevede la presenta-zione dei lavori di un gruppo di designer internazionali, se-lezionati su concorso, che fa del-l’autoproduzionee della pic-cola seriela propria filosofia di progetto. Nell’occasione, i pro-gettisti avranno anche la possi-bilità di commercializzare le proprie creazioni. Gli eventi collaterali, che si tengono a Mo-dena e Bologna, offrono altre occasioni espositive per artisti, designer, progettisti, grazie al co-involgimento di realtà private e istituzioni (www. o p e n d e s i g n i t a-lia.net). L’Expo di Shanghai è sta-ta invece l’occasione per presen-tare a un pubblico internazionale il neonato p o rtale web de-s i g n m a d e i n b o . i t, pro m o s s o da Unindustria Bologna, con la collaborazione di Legacoop e il contributo della Regione, in cui si p resenta una panoramica della realtà del design (aziende, pro-fessionisti, scuole, riviste) di Bo-logna e dell’Emilia Romagna.

Magico Mendini, Milano, Galleria Paolo Curt i - A n n a-maria Gambuzzi & Co, fino al 12 novembre. L’esposizione dei recenti arre d i - s c u l t u re di Ales-sandro Mendini, ispirati alla figu-ra di Fortunato Depero, invitano a riflettere sulla definizione di «re-design» e di opera d’arte fruibile fornita dall’autore.

Design matters, M i l a n o , Plusdesign, fino al 20 no-vembre. La galleria di design, nonché marchio per la produzio-ne di edizioni limitate, ospita la prima personale italiana dello studio olandese Makkink & Bey, fondato dall’architetto Rianne Makkink e dal designer Jurgen Bey, il cui lavoro è dedicato alla progettazione di arredi che scon-finano nel campo dell’arte e del-l’artigianato.

In occasione della Torino De-sign Week 2010, dal 3 al 7 novembre, sarà allestita la De-sign Plaza, un agglomerato di container con l’obiettivo di pre-sentare al grande pubblico i sog-getti del Sistema Design. La de-sign community Turn all’inter-no del suo container, allestirà uall’inter-no spazio polivalente dove si alter-neranno eventi e incontri sul te-ma della cultura del pro g e t t o , un’occasione per far partecipare tutta la città.

Vedere, vedere!

A Z I E N D E

Un secolo di maniglie

L’azienda di maniglie Olivaridi Borgo-manero (Novara) ha festeggiato i 9 9 anni di attivitàcon il libro «M a c c h i n a semplice. Dall’architettura al design 100 anni di maniglie Olivari», a cura di Stefano Casciani (Skira) e una mostra (allestita da Fabio Calvi e Paolo Bram-billa, da un’idea di Stefano Casciani,

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Il Giornale del Design

IL GIORNALE DELL’ARCHITETTURA, N. 88, OTTOBRE-NOVEMBRE 2010

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James Dyson Aw a r d

Patrizia Renzi, studentessa dell’Università La Sapienza de L’Aquila, ha vinto l’edizione ita-liana del premio con «G r e e n f l o w», un depuratore naturale d’aria alimentato da un comu-ne pc tramite porta usb, che sfrutta le proprietà disinqui-nanti della pianta Ti l l a n d s i a U s n e i o d e s. Pensato per la

de-purazione di piccoli ambienti come studi e uffici, il progetto rerà con quelli di altri 17 paesi nella fase internazionale del concor-so promosconcor-so dall’azienda britannica. (www. j a m e s d y s o n a w a r d . o r g )

Qual è il miglior sito web dell’anno?

Porta la firma di Lab81, web and creative agency marchigiana, il pro-getto grafico del sito vincitore degli Italian Web Awards 2010. Si trat-ta del «Giugiaro Architettura Annual», un libro

in-terattivo tra carta e web con implementazioni per la realtà aumentata. All’interno del li-bro una serie di marker possono esse-re riconosciuti dalla telecamera di un qualsiasi computer: da questa interazione appaiono sullo scher-mo nuovi contenuti, che possono essere modelli 3D o video. Il tema di fon-do dell’originale volume è il «Design for Archi-t e c Archi-t u r e», ovvero il trasferimento di principi e processi

tipici del disegno industriale ai materiali e alle tecnologie per l’ar-chitettura. (www.giugiaroarchitetturaannual.com; www. l a b 8 1 . c o m )

«Abitare il Tempo» per Alberto Alessi

Durante la 25° edizione della fiera per l’arredamento d’interni tenu-tasi a Verona dal 16 al 20 settembre, al presidente di Alessi Spa è stata riconosciuta la visione personale e innovativa del ruolo della propria azienda, tra le più significative del design italiano e interna-zionale. Sempre nell’ambito di «Abitare il Tempo», il 17 settembre è stato invece conferito, nella cornice di Villa Dionisi a Cerea (Ve r o-na), il Premio Fondazione Aldo Morelato. Giunto alla settima edizio-ne, il concorso «Il mobile significante 2010» aveva come tema i luo-ghi dell’ospitalità e gli arredi per la camera d’albergo. La giuria, pre-sieduta da Ugo La Pietra, ha premiato il designer fiorentino R o b e r-to Rubinicon «Rear window», una chaise longue che si trasforma in scrivania. Il premio studenti «Scuola Appio Spagnolo» è stato vin-to da Alice Catvin-toli e Alessandro Inverardi dell’Istituvin-to Libera acca-demia di belle arti (Laba) di Brescia, con il progetto «Natural sen-s a t i o n», un insieme di arredi che ricreano le sensazioni della natu-ra incontaminata.

Su oltre 168 partecipanti, la cit-tà svizzera ha vinto l’ottava edi-zione del concorso internazio-n a l e«City People Light», org a-nizzato da P h i l i p se da L i g h t i n g Urban Community Interna-tional A s s o c i a t i o n(Luci) e ri-volto alle pubbliche amministra-zioni che meglio hanno saputo promuovere l’illuminazione co-me componente essenziale per lo sviluppo e la riqualificazione ur-bana. Del piano d’illuminazio-ne di Lucerna(Artlight GmbH: Mario Rechsteiner, Maren Schmermund) la giuria, compo-sta da professionisti del settore e da rappresentanti d’importanti amministrazioni comunali, ha elogiato l’utilizzo sofisticato e ben calibrato della luce, in grado di far risaltare i punti di forza del-la città, integrando il lighting de-sign con le esigenze della vita ur-bana. Il secondo posto è andato alla francese P a uper l’i l l u m i-nazione del castello (Les Eclai-ragistes Associés: Laurent Fa-chard, Joseph Frey). La nuova installazione massimizza i bene-fit delle ultime soluzioni ad alta e fficienza energetica, riuscendo a trovare equilibrio tra minazione spettacolare e un’illu-minazione permanente di alta qualità. Terza la svedese G o-t h e n b u r gche, nella trasforma-zione dell’a rea dei docks e del-l’ex cantiere navale( L j u s a r k i-tektur), «ha portato in evidenza qualità inaspettate della zona», in particolare per l’illuminazio-ne del gigantesco carroponte di Vastra Eriksberg, trasformato in riferimento visivo testimone del-la storia deldel-la città. La premia-zione (10.000 euro alla prima classificata) è avvenuta il 17 set-tembre a C h a rt res (Francia), in occasione del forum annuale di L u c i. Donatella Ravizza

Visioni illuminate

C o n c o r s i

Interior designer per

l’ospedale di Modena

L’Aipi (Associazione italiana pro-gettisti d’interni) ha bandito il concorso internazionale per inte-rior designer «Progetta un sorri-s o», a cui possono partecipare professionisti e studenti italiani e stranieri. Il tema è la p r o g e t t a-zione di un piano del reparto di Pediatria del Policlinico di Mode-n ain cui creare spazi gioco e am-bienti confortevoli per i pazienti e le famiglie. Scadenza consegna elaborati entro il 31 marzo 2011. w w w. a i p i o n l i n e . c o m .

Cercasi lighting designer

La neonata azienda Ilide - Ita-lian Light Designchiama a rac-colta designer di ogni estrazio-ne a contribuire a creare il c a-talogo prodotti2011. I proget-ti, che possono essere luci d’ar-redo, sistemi modulari, com-plementi d’arredo, devono sa-per comunicare e materializza-re il valomaterializza-re del made in Italy. Ai vincitori che entreranno in pro-duzione sarà riconosciuto un contratto professionale a ro-yalty e la possibilità di diventa-re designer di riferimento per lavori futuri. Scadenza: 14 feb-braio 2011( w w w. i l i d e . i t ) .

Lucerna (Svizzera)

Pau (Francia)

Gothenburg (Svezia)

Product designer

per l’«arte del ricevere»

Il concorso per designer «3 0 anni in 1 bicchiere» prevede la realizzazione di un bicchiere che interpreti i valori e le mae-strie artigiane rappresentate dai due partner dell’iniziativa: Convivium Firenze, società di catering, e Industria Ve t r a r i a Va l d a r n e s e. Domande di parte-cipazione entro il 15 novembre. w w w.conviviumfirenze.it e w w w. i v v n e t . i t .

Referensi

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